Chi è lo xenofobo?

Sul Wall Street Journal, William McGurn commenta il post-Brexit denunciando come i “ciechi” stiano guidando i “bigotti”. I “ciechi” sono i politici, gli opinionisti, gli uomini dello spettacolo e i sondaggisti che avevano dato per scontato il remain. Nonostante le loro previsioni siano state smentite, ora sono sicuri di conoscere la ragione del voto: gli ottusi inglesi. O meglio: la xenofobia. Leggi tutto “Chi è lo xenofobo?”

Il software fa schifo

Ieri, 8 luglio, sono successe tre cose che hanno fatto pensare a un attacco informatico agli Usa. È crollato il sito del Wall Street Journal, la United Airlines ha dovuto lasciare a terra tutti i suoi voli e la borsa di New York ha chiuso per un problema ai software.

Il giornalista finanziario Felix Salmon, però, ci rassicura. Leggi tutto “Il software fa schifo”

Psicologo.com

Andiamo sempre meno al cinema: scarichiamo i film a casa. Sempre meno, poi, fermiamo un passante per avere informazioni su questo o quel ristorante: cerchiamo informazioni su Tripadvisor. Non compriamo più i francobolli: mandiamo le e-mail. Perché, allora, dovremmo continuare ad andare dallo psicologo, quando ci possiamo chattare dal divano di casa? Sul sito del Wall Street Journal, Joshua Fruhlinger ha parlato dei nuovi servizi di terapia online a partire dalla propria esperienza personale. Leggi tutto “Psicologo.com”

Inglese e matematica

Perché i bambini cinesi e coreani sono primi al mondo in matematica, mentre quelli statunitensi si piazzano solo trentesimi su 65 paesi? Secondo alcuni ricercatori c’entrano i metodi di insegnamento, ma anche differenze linguistiche e sociali. Ne ha parlato il Wall Street Journal. Leggi tutto “Inglese e matematica”

#Adulterio

Chi si occupa della promozione dell’ultimo libro di Paulo Coelho? Paulo Coelho stesso. L’autore, intervistato dal Wall Street Journal, descrive la sua tecnica promozionale, che non si attiva solo quando esce un suo libro, ma è radicata nel quotidiano del mondo dei social network. E finisce per influire sul processo creativo. Leggi tutto “#Adulterio”

L’appello dei riservisti israeliani

Pubblichiamo la traduzione integrale dell’appello* sottoscritto da cinquanta riservisti israeliani che si rifiutano di servire l’esercito.

Siamo stati soldati all’interno dell’esercito israeliano e abbiamo servito in una grande varietà di unità e posizioni, cosa di cui adesso ci pentiamo. Durante il nostro servizio, infatti, abbiamo scoperto che non sono solamente le truppe che operano nei territori occupati a perpetrare il meccanismo che controlla le vite dei palestinesi, in verità è l’intero esercito a essere coinvolto. È per questo che ci rifiutiamo ora di partecipare come riservisti al conflitto e sosteniamo tutti coloro che rifiutano di servire in questa istituzione.

L’esercito israeliano è una parte fondamentale della vita di ogni israeliano ed è anche la potenza che domina sui palestinesi che vivono nei territori che sono stati occupati nel 1967. Da quando l’esercito esiste nella sua forma attuale, il suo linguaggio e la sua mentalità ci controllano: il bene e il male sono individuati attraverso le sue categorie, ed è questa istituzione l’autorità che decide chi vale più e chi meno all’interno della società; chi è più responsabile per l’occupazione, chi è autorizzato a esprimere la propria opposizione alle forze armate e chi non lo è e in che modo sono autorizzati a farlo. L’esercito ha un ruolo centrale in ogni azione, piano o proposta che venga discussa a livello nazionale, e questo spiega perché non ci sia alcuna vera proposta per risolvere in maniera non militare il conflitto nel quale Israele e i suoi vicini sono rimasti incastrati. Leggi tutto “L’appello dei riservisti israeliani”

La crisi del “live”

Steve Brown è il fondatore dei Trixter, band con cui negli anni 90 ha scalato le classifiche di Mtv. Oggi, quarantasettenne, continua a esibirsi con la sua band in festival da migliaia di persone ma, per sbarcare il lunario, non disdegna spettacoli a base di cover alle feste private. Ne parla Neil Shah sul “Wall Street Journal”, raccontando le condizioni dell’industria della musica dal vivo.   Leggi tutto “La crisi del “live””