Siria 2011-2017

L’organizzazione Physicians for Human Rights riporta che 782 operatori sanitari sono stati uccisi in Siria da marzo 2011 a settembre 2016. I bombardamenti sono la causa del 55% dei decessi, seguiti da spari (23%), torture (13%) ed esecuzioni (8%). Il governo siriano e le forze alleate sono responsabili del 92% (723) di queste morti. I medici sono stati il gruppo più colpito tra gli operatori sanitari.
Tra il 1 ottobre 2016 e il 28 febbraio 2017 sono stati uccisi altri 32 operatori sanitari.
Il numero totale di operatori sanitari uccisi in questi sei anni di conflitto sono 814.
(thelancet.com)

Francesi in Siria e iraq

Secondo l’ultimo bilancio del Ministero degli interni, aggiornato al 2 settembre, ci sono 689 francesi in Siria e Iraq, di cui 275 donne e 17 minori “combattenti”; 203 sono invece i combattenti francesi rientrati dalla Siria e 195 il numero dei morti. Il flusso di andata e ritorno è rallentato all’inizio di quest’anno: 18 francesi si sono uniti ai ranghi dello Stato islamico nel primo semestre 2016 (con 12 ritorni), contro i 69 del semestre precedente (con 25 ritorni).
(lemonde.fr)

Assad e la linea rossa

La decisione di Obama di non dar seguito alle ritorsioni minacciate quando Assad ha superato la “linea rossa” usando armi chimiche è stata e continua a essere molto criticata. All’epoca Obama si giustificò accampando gli accordi in corso con la Russia per distruggere l’arsenale chimico siriano. Ora però fonti israeliane denunciano che la Siria lo scorso mese ha di nuovo usato il gas sarin (gas che si supponeva non avesse più). Leggi tutto “Assad e la linea rossa”

Nuovi confini per il Medio Oriente?

Il 17 marzo 1916, Francia e Gran Bretagna firmarono gli accordi di Sykes-Picot (dal nome dei negoziatori) che andavano a definire le rispettive sfere di influenza e quindi i confini degli stati che sarebbero nati dopo la dissoluzione dell’impero ottomano. Leggi tutto “Nuovi confini per il Medio Oriente?”

Terroristi a 14 anni?

Si sono conosciute su Facebook, senza mai incontrarsi e sempre in rete si sono radicalizzate. Due sono finite in Siria, tre volevano organizzare un attentato in Francia. Soren Seelow giornalista di “Le Monde” ha dedicato un lungo articolo alla storia di queste cinque adolescenti francesi. Leggi tutto “Terroristi a 14 anni?”

In fuga in bici

La Norvegia ha annunciato che rimanderà indietro i rifugiati che hanno approfittato di una scappatoia legale per entrare nel paese in bicicletta attraverso i confini con la Russia.
Mentre infatti la Russia non permette il passaggio a piedi e la Norvegia non lascia entrare auto che portano passeggeri senza documenti, le bici sono permesse su entrambi i lati del confine. Leggi tutto “In fuga in bici”

La ricetta contro l’Isis? Lavoro, lavoro, lavoro!

James Stavridis, ammiraglio statunitense, già comandante delle forze Nato, nell’ultimo numero di Foreign Policy spiega qual è la sua ricetta: contro un nemico che crede nella tortura, nelle sevizie, nella schiavitù sessuale, va senza dubbio rafforzato un intervento militare, fatto di intelligence, ma non basta. Ciò che davvero può fare la differenza è il cosiddetto “soft power”, che significa convincere la gente senza costringerla. Leggi tutto “La ricetta contro l’Isis? Lavoro, lavoro, lavoro!”

Il problema dei siriani

Majed Aboali, medico siriano, ha lavorato nella città di Douma, non lontana da Damasco, fino a maggio 2014. Oggi si è rifugiato in Turchia con la famiglia. “The Nation” ha pubblicato un suo lungo e disperato intervento, pieno di foto. La città di Douma è assediata dalle truppe governative, e da tre anni ha problemi con i rifornimenti di acqua, elettricità, carburante e materiale medico. E’ dal novembre 2012 che la popolazione della regione di Gouta (400.000 abitanti) è sotto assedio. Leggi tutto “Il problema dei siriani”

Luci spente nello Stato islamico

Lo Stato islamico, o Isis, negli ultimi anni ha occupato vaste aree del territorio di Siria e Iraq insediandovi il proprio Stato.
Andrew Shaver e David Ensign, del “Foreign Affairs”, hanno voluto misurare quanto funziona questo stato islamico. Come? Misurando i consumi energetici. L’elettricità è infatti indispensabile per illuminare strade e case private, così come frigoriferi, tv, ecc. per non parlare degli ospedali e del sistema idrico. è così emerso che nelle aree controllate dall’Isis i consumi di elettricità sono crollati, addirittura in alcune zone, come nelle province di Ninive e Anbar, sono vicini allo zero. Leggi tutto “Luci spente nello Stato islamico”