Francesi in Siria e iraq

Secondo l’ultimo bilancio del Ministero degli interni, aggiornato al 2 settembre, ci sono 689 francesi in Siria e Iraq, di cui 275 donne e 17 minori “combattenti”; 203 sono invece i combattenti francesi rientrati dalla Siria e 195 il numero dei morti. Il flusso di andata e ritorno è rallentato all’inizio di quest’anno: 18 francesi si sono uniti ai ranghi dello Stato islamico nel primo semestre 2016 (con 12 ritorni), contro i 69 del semestre precedente (con 25 ritorni).
(lemonde.fr)

One euro jobs

Zaid, 23 anni, rifugiato iracheno, dalle sei e mezza alle otto lavora per la municipalità di Berlino: distribuisce i pasti ad altri 152 profughi siriani, iracheni, afgani e moldavi. Non solo: apparecchia la tavola, taglia il pane, serve i pasti e poi fa le pulizie. Il tutto per circa un euro all’ora. Sono i cosiddetti “one euro jobs” Leggi tutto “One euro jobs”

Nuovi confini per il Medio Oriente?

Il 17 marzo 1916, Francia e Gran Bretagna firmarono gli accordi di Sykes-Picot (dal nome dei negoziatori) che andavano a definire le rispettive sfere di influenza e quindi i confini degli stati che sarebbero nati dopo la dissoluzione dell’impero ottomano. Leggi tutto “Nuovi confini per il Medio Oriente?”

Numeri

L’ultimo rapporto della Missione di assistenza delle Nazioni Unite per l’Iraq e dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, basato su interviste a sfollati, sopravvissuti e testimoni di abusi, parla di una “violenza sconcertante” inferta sui civili iracheni da parte dello Stato islamico. Dal 1 gennaio 2014 al 31 ottobre 2015 ci sarebbero stati 18.802 civili uccisi e 36.245 feriti. Leggi tutto “Numeri”

La ricetta contro l’Isis? Lavoro, lavoro, lavoro!

James Stavridis, ammiraglio statunitense, già comandante delle forze Nato, nell’ultimo numero di Foreign Policy spiega qual è la sua ricetta: contro un nemico che crede nella tortura, nelle sevizie, nella schiavitù sessuale, va senza dubbio rafforzato un intervento militare, fatto di intelligence, ma non basta. Ciò che davvero può fare la differenza è il cosiddetto “soft power”, che significa convincere la gente senza costringerla. Leggi tutto “La ricetta contro l’Isis? Lavoro, lavoro, lavoro!”

Luci spente nello Stato islamico

Lo Stato islamico, o Isis, negli ultimi anni ha occupato vaste aree del territorio di Siria e Iraq insediandovi il proprio Stato.
Andrew Shaver e David Ensign, del “Foreign Affairs”, hanno voluto misurare quanto funziona questo stato islamico. Come? Misurando i consumi energetici. L’elettricità è infatti indispensabile per illuminare strade e case private, così come frigoriferi, tv, ecc. per non parlare degli ospedali e del sistema idrico. è così emerso che nelle aree controllate dall’Isis i consumi di elettricità sono crollati, addirittura in alcune zone, come nelle province di Ninive e Anbar, sono vicini allo zero. Leggi tutto “Luci spente nello Stato islamico”

Interlocutori?

È certamente importante fare l’elenco degli errori e delle malefatte di noi occidentali, ma questi, per quanto tragici e pure criminali, per quanto possano essere una delle cause principali dei problemi con cui ci troviamo a misurarci, non ne possono allontanare la gravità e sollevarci dal dovere di prendere una decisione.

Leggi tutto “Interlocutori?”

Gattini e Kalashnikov

Una app dedicata, una sfilza di account Twitter che si rilanciano a vicenda, post in più lingue, “live-tweeting”, immagini sanguinolente e foto “simpatiche” con tanto di gattini su Instagram… Sono alcuni degli ingredienti della strategia comunicativa di Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, il sanguinario gruppo jihadista che sta destabilizzando l’Iraq.  Leggi tutto “Gattini e Kalashnikov”