Disuguaglianze in Germania

Alla vigilia delle elezioni in Germania, il “Financial Times” ha dedicato un pezzo alla povertà in Germania, o più precisamente alla disuguaglianza, che era poi alla base dello slogan di Schulz: “Time for more equality. Time for Martin Schulz”. Leggi tutto “Disuguaglianze in Germania”

One euro jobs

Zaid, 23 anni, rifugiato iracheno, dalle sei e mezza alle otto lavora per la municipalità di Berlino: distribuisce i pasti ad altri 152 profughi siriani, iracheni, afgani e moldavi. Non solo: apparecchia la tavola, taglia il pane, serve i pasti e poi fa le pulizie. Il tutto per circa un euro all’ora. Sono i cosiddetti “one euro jobs” Leggi tutto “One euro jobs”

Note critiche

Con lo scadere dei diritti per la Germania, il “Mein Kampf” è tornato nelle librerie tedesche. L’edizione critica, edita dall’Istituto per la Storia Contemporanea di Monaco-Berlino, è un tomo di 2.000 pagine -contro le 800 dell’originale- con circa 3.500 annotazioni: tanto che Dan Michman, ricercatore capo del museo Yad Vashem in Israele, ha affermato: “Ironia della sorte, ora assomiglia al Talmud…”. Leggi tutto “Note critiche”

Willkommenskultur

Nell’ultimo numero dell’Economist si parla di accoglienza. All’improvviso i cancelli dell’Europa sono stati aperti da due forze: da una parte la coscienza morale, risvegliata da immagini terribili, e dall’altra il coraggio politico di Angela Merkel che ha chiesto ai suoi concittadini di mettere da parte la paura e mostrare compassione verso i migranti Leggi tutto “Willkommenskultur”

Sciopero alla tedesca

Sul blog formiche.net, Walter Galbusera fa notare che nell’ultimo accordo tra Fca e sindacati metalmeccanici (esclusa Fiom), c’è “un capitolo che potrebbe archiviare decenni di dottrina, giurisprudenza e prassi contrattuali”. Nel nostro paese lo sciopero è sempre stato inteso e praticato come diritto del singolo Leggi tutto “Sciopero alla tedesca”

Mini-job

Ne hanno parlato anche James Angelos e Nina Adam sul “Wall Street Journal” qualche tempo fa. Il miracolo della Germania continua, ma pare che una quota crescente di lavoratori ne sia escluso. Se infatti il tasso di disoccupazione è da tempo stabile intorno al 7%, circa 7,4 milioni, cioè un lavoratore su cinque, fanno un “mini-job” Leggi tutto “Mini-job”

Gli stipendi tedeschi

Ma gli stipendi tedeschi non erano quelli più generosi, anche alla prova del superiore costo della vita? In un articolo apparso oggi sul “Financial Times”, Gerrit Wiesmann, inviato a Berlino, dà un’immagine un po’ diversa. Sabrina Decker, che guadagnava 1100 euro in un call-center, si è vista trasformare il contratto che ora prevede, anziché una paga oraria, una paga a telefonata Leggi tutto “Gli stipendi tedeschi”