Cari amici, ecco, è fatta. Il 31 gennaio è stato una giorno difficile, grigio e senza conforto per quelli di noi che considerano una sciagura questa tortuosa uscita dall’Unione europea. Noi Remainer stiamo attraversando varie fasi di dolore per la vostra perdita.
Cari amici,
non mi era mai capitato di incontrare delle difficoltà nello scrivervi, ma ogni volta che mi ripropongo di raccontarvi qualcosa di diverso dalla Brexit (come la condizione delle donne costrette a lavorare sette anni in più, fino ai 67 anni, per poter avere la pensione statale, o il movimento ecologista Extinction Rebellion o l’ondata nostalgica di questi ultimi anni, culminata nel film tratto dalla serie “Downtown Abbey”, proprio mentre la vera Famiglia Reale spedisce i suoi giovani eredi a scuola, nell’imbarazzante deliquio -“che carini!”- dell’opinione pubblica), ecco, non ce la faccio.
Nemmeno le nuove edizioni di “Ballando sotto le stelle” o di “Love Island” riescono a togliere il saporaccio della Brexit dalla nostra vita pubblica. La Brexit si prende tutto lo spazio, spintona via tutti gli altri pensieri e fa piazza pulita di questioni di vitale importanza.
lettera dall’Inghilterra di Belona Greenwood
Catherine Bebbington
Cari amici, non mi era mai capitato di incontrare delle difficoltà nello scrivervi, ma ogni volta che mi ripropongo di raccontarvi qualcosa di diverso dalla Brexit (come la condizione delle donne costrette a lavorare sette anni in più, fino ai 67 anni, per poter avere la pensione statale, o il movimento ecologista Extinction Rebellion o l’ondata nostalgica di questi ultimi anni, culminata nel film tratto dalla serie “Downtown Abbey”, proprio mentre la vera Famiglia Reale spedisce i suoi giovani eredi a scuola, nell’imbarazzante deliquio -“che carini!”- dell’opinione pubblica), ecco, non ce la faccio. Nemmeno le nuove edizioni di “Ballando sotto le stelle” o di “Love Island” riescono a togliere il saporaccio della Brexit dalla nostra vita pubblica. La Brexit si prende tutto lo spazio, spintona via tutti gli altri pensieri e fa piazza pulita di questioni di vitale importanza.
Cari amici, c’è un grande murale in questa città, è un rettangolo interamente riempito con un elefante. È intitolato “elefante” e “stanza”. Adoro questi graffiti che compaiono sui marciapiedi e sui muri quasi come segni massonici. È uno spazio di verità ma anche una manifestazione di frustrazione. Il logo Extinction Rebellion appare ormai dappertutto, semplice e agghiacciante. A Londra, Banksy ha creato un nuovo murale che sostiene l’attivismo ambientale. La verità e l’umorismo sui muri non sono nuovi, gli antichi romani e greci erano soliti scrivere poesie di protesta sugli edifici. La protesta veniva scavata nelle mura del castello.
Cari amici, abbiamo una tradizione nel Regno Unito che travalica le classi e viene ripresa anche dai media. È il primo di aprile, il vostro pesce d’aprile. Condividiamo questo desiderio di fare scherzi a ignari e creduloni con molti altri paesi europei e nordici. Un’antica tradizione, le cui origini risalgono all’epoca romana, che si è radicata nel Regno Unito nel XVIII secolo. Poi noi abbiamo anche introdotto una scadenza: dopo mezzogiorno non è più ammesso fare scherzi, se lo fai ne paghi le conseguenze. Quest’anno pare però che gli scherzi stiano continuando.
quando ero una
bambina, nell’era pre-digitale, mio padre era solito mettere il
disco di un musical intitolato “‘Stop The World I Want To Get
Off!’ (Fermate il mondo, voglio scendere!), scritto e interpretato
dall’attore e cantante di Londra, Anthony Newley.
La storia parla di un uomo che non apprezza ciò che ha fino a quando non lo perde. Troppo tardi si ritrova pieno di rimorsi. Non sarebbe fuori luogo adattarlo a questi tristi giorni della Brexit.
Sulla prima pagina del “Guardian” oggi si parla di un effetto della Brexit piuttosto curioso: alcuni discendenti delle decine di migliaia di ebrei tedeschi che trovarono rifugio in Gran Bretagna in fuga dal nazismo, oggi rivendicano il loro diritto alla cittadinanza tedesca. Leggi tutto “Effetti Brexit”