Disuguaglianze in Germania

Alla vigilia delle elezioni in Germania, il “Financial Times” ha dedicato un pezzo alla povertà in Germania, o più precisamente alla disuguaglianza, che era poi alla base dello slogan di Schulz: “Time for more equality. Time for Martin Schulz”.
Annette Berg, responsabile dei servizi sociali di Gelsenkirchen, città della Renania settentrionale un tempo ricca di industrie del carbone e dell’acciaio e oggi con il tasso di disoccupazione più alto del paese (14,7%), spiega bene cos’è la povertà invisibile. Il sistema di sicurezza sociale è abbastanza solido da non far vedere poveri per strada, si assicura che i tuoi figli siano vestiti bene. Ma se non hai un lavoro, non ti puoi permettere altro.
In Germania i redditi sono nella media europea, ma quando si passa al patrimonio personale si scopre che il 40% dei tedeschi non possiede niente, neanche risparmi in banca. Solo il 45% possiede la propria casa.
L’avvento dei mini-job ha sicuramente aperto il mercato a madri con bambini piccoli, studenti e pensionati, ma ha anche trascinato verso il basso il mercato del lavoro. Inoltre le pensioni sono generose solo per chi ha lavorato a tempo pieno per tutta la vita, condizione sempre più rara.
Così, a partire dagli anni Novanta, la forbice si è allargata, con effetti anche sulla salute, un problema aggravato dal fatto che la Germania si avvia ad essere il paese più vecchio del mondo.
(ft.com)

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