In francese si dice “pauvrophobie” ed è la parola scelta dopo un sondaggio condotto da Atd Quart Monde (movimento di lotta contro la miseria presente in 34 paesi) in occasione della giornata mondiale contro la povertà.
Sembra che questa fobia della povertà in Francia (ma non solo) stia colpendo comunità locali e amministrazioni in un modo inedito. Non ci sono solo gli episodi eclatanti degli attacchi ai centri per i poveri e gli immigrati, racconta Isabelle Rey-Lefebvre su “Le Monde”, ora ci si mettono anche gli arredi urbani a ribadire il concetto: come le gabbie metalliche anti-clochard installate intorno alle panchine di Angoulême. I poveri ormai non sono più tollerati neanche sui marciapiedi. D’estate a Cannes, Nizza, Fréjus, si ripetono i decreti anti-accattonaggio. A Lione sono arrivati a chiudere le fontane in piena canicola.
Le Monde ha dedicato un lungo reportage alla fobia per la povertà. Ciò che colpisce è anche proprio il senso di fastidio che si sta diffondendo verso chi non ce la fa: se nel 1995 era il 25% delle persone a pensare che “i poveri non fanno abbastanza per uscire dalla loro situazione”, oggi, a parità di indice di povertà, a pensarla così è il 36%.
(lemonde.fr)
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