Dal 1948 più di 51.000 ebrei hanno lasciato lo Yemen alla volta di Israele. La scorsa domenica sono arrivati gli ultimi diciannove: quatttordici di Raydah e una famiglia di cinque persone da Sanaa. A condurre l’operazione è stata l’Agenzia ebraica, con l’aiuto del Dipartimento di Stato americano. Con l’intensificarsi del conflitto in Etiopia, la situazione della piccola comunità ebraica locale era andata peggiorando. Nel 2008 un insegnante locale, Moshe Ya’ish Nahari, era stato assassinato e nel 2012 in un attacco antisemita era stato ucciso Aharon Zindani. Nello stesso anno, una giovane ebrea era stata costretta a convertirsi e a sposare un musulmano.
In questi anni l’Agenzia ebraica, con dei voli segreti, ha portato in salvo duecento ebrei. Con l’arrivo del gruppo atterrato domenica, la cosiddetta operazione “tappeto magico” iniziata nel 1949, ha così concluso la sua missione.
Cinquanta ebrei, perlopiù residenti a Sanaa, hanno deciso di rimanere in Yemen, in un compound vicino all’ambasciata americana. Se dovessero cambiare idea, l’Agenzia ebraica ha già fatto sapere che si mobiliterebbe per portare anche loro in Israele.
(haaretz.com)