In Francia, la scorsa settimana, Xavier Bertrand, deputato dei Republicains (il nuovo nome dell’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy), ha fustigato l’immobilismo di Google di fronte alla diffusione di messaggi jihadisti in rete, parlando proprio di un “imam Google”. Se è vero che sempre più giovani si autoradicalizzino a casa davanti al computer piuttosto che in moschea, ha denunciato Bertrand, è tempo allora che i vari social, Twitter, Facebook, e appunto Google si assumano le loro responsabilità.
Già Facebook era stato accusato di un’eccessiva tolleranza davanti ai ciò che gira in certi profili. Da marzo di quest’anno il Ministero degli Interni può intervenire bloccando dei siti sospetti, ma il sistema finora si era rivelato piuttosto precario. Ora è prevista una stretta.
(lemonde.fr)