Come tanti leader del mondo, anche Benjamin Netanyahu si è affrettato davanti ai microfoni a testimoniare la propria solidarietà verso la redazione di Charlie Hebdo. Ma, secondo Roy Isacowitz di Haaretz, lo ha fatto nel modo più volgare e ipocrita. Le parole incriminate del premier israeliano: “L’obiettivo del terrorismo islamista non è trovare un accordo, discutere di confini, né il destino di Israele o, almeno, non principalmente, bensì di distruggere le nostre società e i nostri Paesi, sradicare la nostra cultura umanista, fondata sulla libertà e sulla cultura della scelta, per imporre al suo posto una dittatura fondamentalista che farà sprofondare l’umanità nel passato”.
Secondo Isacowitz, anche se è corretto rilevare come l’attacco del 7 gennaio sia stato un vulnus ai valori occidentali tutti, è intollerabile dare per scontato che Israele condivida questi valori al pari della Francia. “Non è così, né come Stato noi israeliani saremo mai un partner affidabile dell’Occidente, questo finché Netanyahu e la sua cricca continueranno a schiacciare i palestinesi col colonialismo”. Già, il colonialismo che, come ricorda Isacowitz a Netanyahu, già da tempo non fa più parte dei “valori occidentali” da difendere.