Stupri e giustizia

Nel 2009 Layla Ibrahim era incinta di sei mesi quando, a suo dire, venne violentata da due sconosciuti nella sua Carlisle, nel nord-ovest dell’Inghilterra. Ha sporto denuncia, ma in tribunale è stata giudicata per false accuse di stupro e condannata a tre anni di carcere.

Negli ultimi cinque anni, sono state 109 le donne processate nel Regno Unito per la stessa ragione. Il reato per cui molte (98) di loro sono state perseguite è molto serio: ostacolo allo svolgimento della giustizia, punibile anche con l’ergastolo. Secondo le associazioni inglesi per i diritti civili si tratta di un’enormità. In un discorso pubblico alla House of Commons, dove si è discussa la questione lo scorso martedì 25 novembre, la professoressa Lisa Avalos dell’Università dell’Arkansas ha fatto notare come in ordinamenti simili (Stati Uniti, Canada e Australia), l’accusa in questi casi è ‘aver fatto perdere tempo’ alla giustizia, un reato minore, la cui pena è quasi sempre una multa o al limite un periodo di carcerazione che non supera i sei mesi. “Non esiste paese che persegua le denunce di stupro duramente come il Regno Unito -ha affermato la prof. Avalos-. Credo qui si stiano violando i diritti umani”.

Secondo Lisa Longstaff dell’associazione Women Against Rape, “è scandaloso che in un paese dove il 90% degli stupratori la fa franca e due donne la settimana muoiono per mano del partner o dell’ex si imprigionino le donne che denunciano”. Un paese dove, come accade anche altrove, lo stupro è un reato già poco denunciato dalle vittime.

(theguardian.com)

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