Incipt di un post di Matteo Lo Schiavo*.
Ti svegli e non sai che giorno è.
Hai perso la cognizione dello scorrere del tempo. Come i bambini quando ti chiedono se domani c’è scuola, anche io non so oggi, che apro gli occhi sempre un po’ prima della sveglia, cosa dovrò fare. Accompagnare i bambini a scuola, in piscina perché è sabato, al campo per la partita di domenica? Il lavoro aiuta a scandire il tempo. Il tempo senza lavoro è un tempo indistinto, uguale, anche un po’ eterno, come testimoniano i lavoratori di Agile ex Eutelia. Da qualche giorno a Milano c’è il sole. Dopo un inverno piovoso e grigio. Mi dico, alzandomi, che devo fare un’azione. Scrivere ciò che da tempo penso e che non riesco a dire. Sfuggo gli altri, per sottrarmi al solito “Come va?” cui non saprei come rispondere, in modo telegrafico.
Già, come va?
“A che ora si è alzato stamattina?” Domanda il giornalista per rompere il ghiaccio in apertura di intervista al premier Renzi. Sento un brivido e un po’ di imbarazzo. Alzarsi presto la mattina, anche molto presto, è sempre stata normale quotidianità, nulla di eccezionale. C’era un treno da prendere, un viaggio da fare. Per cercare di tornare a casa la sera e mettere a letto i bambini e stare un po’ con la mia compagna preferivo fare anche 600 km in un giorno. Oppure c’erano le mail da mandare, o una relazione da iniziare (i pensieri del mattino…) o una giornata di formazione da sistemare. Nulla di eroico. Lavoro. Era lavoro. Perché il lavoro forse è così. Un po’ ginnastica, un po’ droga. Quando ne hai, sai cosa fare o ti ingegni per farlo, sei allenato, ne hai bisogno, ti tiene su. Certo preoccupa, ti domandi se sarai all’altezza, utile, se imparerai qualche cosa. Devi stare attento a non confondere il valore che hai di te, la tua autostima con l’idea di valore che ti rimandano gli altri. Ma in una condizione di lavoro si impara a gestire anche questo. Quando ne hai poco, o punto, ne senti la mancanza, fino alla crisi di astinenza, che ti fa perdere il contatto con il tuo corpo e con la realtà. Che giorno è oggi? Perdi capacità di organizzarti. Anche lo spazio della mattina resta vuoto. Nella confusione temporale i giorni passano più o meno uguali, indistinti (…).
*Pubblicato nel n. 212, questo post è apparso originariamente nel blog “Appunti di lavoro”