Una app dedicata, una sfilza di account Twitter che si rilanciano a vicenda, post in più lingue, “live-tweeting”, immagini sanguinolente e foto “simpatiche” con tanto di gattini su Instagram… Sono alcuni degli ingredienti della strategia comunicativa di Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, il sanguinario gruppo jihadista che sta destabilizzando l’Iraq.
Ne ha parlato Rose Powell sul Sidney Morning Herald: secondo gli esperti dei movimenti jihadisti, Isis avrebbe messo in piedi una delle più sofisticate strategie di utilizzo dei social media mai adoperate da un gruppo estremista. J.M. Berger, esperto di terrorismo e collaboratore della rivista “Foreign Policy”, illustra su “The Atlantic” la complessa campagna Twitter di Isis che ha portato l’organizzazione a rilanciare 40.000 tweet nel solo giorno della presa di Mosul: i militanti jihadisti rilanciavano una foto della capitale con una bandiera di Isis che sventolava alta, con una minaccia: “Baghdad, stiamo arrivando”. La mole di tweet è stata tale che quel giorno qualunque ricerca del termine “Baghdad” su Twitter avrebbe prodotto come primo risultato quell’immagine.
Per evitare di incorrere nei filtri anti-spam, Isis ha sviluppato una app per Android, “The Dawn of Glad Tidings” (“L’alba della buona novella”, ora rimossa da Google Play), che consente a chi la installa di fare da tramite per i tweet operativi dei vertici militari dell’organizzazione. Ma non solo: sulle piattaforme social più usate (Instagram, Youtube, Facebook) è tutto un proliferare di account fasulli, scambiati tra diversi utenti che fanno capo a Isis, che si appoggiano a una rete di intermediari che aiutano ad aumentare le condivisioni. A fianco delle tragiche immagini delle esecuzioni delle loro vittime, spesso vengono diffuse anche innocue e ammiccanti immagini del quotidiano. In una foto condivisa dall’account twitter “Vita di un Mujaheddin”, un miliziano è ritratto sorridente, Kalashnikov in alto e un gattino in grembo. La didascalia recita: “I gattini amano i Mujaheddin!”. Abu Fulam al Muhaijir, sempre su Twitter, condivide una foto in cui si riconoscono i filtri tipici della piattaforma di condivisione fotografica Instagram, che ritrae un gattino intento a salire su un Kalashnikov. La didascalia recita: “Come funziona questo?”.
A differenza di iniziative simili adoperate in passato da altri gruppi estremisti, non si tratta di un mero “volantinaggio virtuale”. A detta degli esperti, il valore aggiunto di una campagna tanto complessa e ramificata è tale che, anche qualora dovessero arrivare delle sconfitte militari, resterebbe intatto il patrimonio di consenso ottenuto con la campagna web.
La comunicazione ed in mezzi di informazione, in questo caso il Social Web, rappresentano strumenti fondamentali per la propaganda jihadista.
Il dato preoccupante rilevato negli ultimi tempi è il grande consenso che Islamic State of Iraq and the Sham (ISIS) sta registrando tra i giovani europei pronti ad andare in Siria oppure Iraq per prendere parte alla lotta per la realizzazione del Califfato
A questo proposito la stampa inglese sta scrivendo molto: segnaliamo questo nostro appunto su una notizia del Telegraph del 21 giugno.
http://redazioneunacitta.wordpress.com/2014/06/23/fratelli-di-jihad/
Grazie, a presto
La redazione