Una seconda ondata epidemica di Ebola sta investendo l’Africa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già registrato 350 morti a causa del virus dal mese di febbraio. Gli stati più colpiti sono Guinea, Liberia e Sierra Leone, che non essendo mai stati interessati dal virus non sono pronti ad affrontare l’emergenza. A complicare la situazione, la disinformazione della popolazione locale e la quasi totale indifferenza delle autorità, denunciata da Medici Senza Frontiere. Ne ha scritto Le Figaro.
Secondo Msf i numerosi focolai ora presenti sui tre Stati aumentano il rischio di contagio e di diffusione del virus, e l’Oms sottolinea l’urgenza di sensibilizzare la popolazione e di rinforzare la presenza di personale medico qualificato. Questa febbre emorragica fulminante ha un tasso di mortalità che sfiora il 90%, e non esistono ancora né un vaccino né una cura. Senza un piano d’emergenza messo a punto dagli Stati in questione il rischio aumenta in modo esponenziale. L’attuale ondata epidemica ha già fatto più vittime della prima, nel 1975.
Rémy Lamah, ministro della Salute della Guinea, dichiara di avere la situazione sotto controllo, e respinge le affermazioni di Msf in quanto, a suo parere, non rispecchiano la realtà. Unica fonte di preoccupazione del ministro sono i villaggi rurali al confine con Liberia e Sierra Leone, dove la medicina tradizionale resiste ancora alle campagne di lotta contro la malattia. Lamah si mostra però fiducioso: “Anche su questo fronte stiamo facendo progressi”.
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