Si torna a parlare del fenomeno dei sequestri di persona in Nigeria. Un mese fa il Paese era finito sotto i riflettori per il rapimento delle 276 studentesse nigeriane da parte del gruppo estremista Boko Haram; ieri, 10 giugno, i ribelli integralisti sono tornati a colpire, sequestrando altre venti ragazze. Ma il fenomeno è in aumento in tutto il Paese: secondo le statistiche della società di consulenza alla sicurezza Control Risks, nel 2013 la Nigeria si è classificata al terzo posto nel mondo oer i rapimenti, dopo Messico e India. Ne ha parlato Bloomberg Businnessweek.
Ormai si rapisce ovunque, in Nigeria, e il fenomeno non riguarda più in larga parte gli stranieri: se nel 2007 i sequestri di persona nella zona del Delta del Niger coinvolgevano per metà cittadini di altri Stati l’anno scorso, nella stessa zona, l’84% delle vittime era nigeriano.
Rapire uno straniero è più problematico. Si rischia di dover affrontare lunghe trattative con governi esteri che riducono l’entità del riscatto e costringono i rapitori a tenere a lungo in vita le vittime: “Quando, invece, si sequestra un nigeriano ricco, si tratta direttamente con la famiglia; i parenti pagano subito, senza nemmeno avvisare le autorità”, ha detto Peter Sharwood-Smith, responsabile per l’Africa del gruppo di consulenza alla sicurezza Drum Cussac, che presta servizi alle grandi imprese che operano nel Paese. In più, gli stranieri sono sempre più protetti dalle compagnie per cui lavorano. Tom Newell svolge un ruolo simile per la Control Risks. Secondo lui “il crimine è in aumento assieme alle disparità economiche: nigeriani sempre più poveri convivono con nigeriani relativamente ricchi”.
“Ricchi” come Antony Akatakpo, che conduce uno show mattutino sulla stazione radio Wazobia Fm a Port Harcourt, nel Delta del Niger. Antony è stato prelevato da uomini armati direttamente a casa sua. Dopo avergli sparato in una gamba l’hanno trascinato in un nascondiglio nella foresta, da dove hanno richiesto un riscatto di 10 milioni di naira (circa 62.000 dollari). Alla fine, però, si sono accontentati della metà della somma, rilasciandolo dopo una settimana.
Il tasso di disoccupazione nel Paese è passato dal 13,9% del 2000 al 23,9% del 2012, con picchi, secondo dati del 2011, che nella regione del Delta del Niger raggiungono il 40%. Secondo Ryan Cummings, che segue l’Africa per un’altra società di consulenza alla sicurezza, la Red24, se non si risolveranno le questioni legate a povertà, disoccupazione, corruzione e mancanza di sicurezza nelle regioni del nord e del Delta la Nigeria continuerà a essere funestata dalla piaga dei rapimenti.