Medici esauriti

Martin Kanovsky, 61 anni, medico internista al Chevy Chase, era solito vedere un paziente ogni 15 minuti con la costante preoccupazione che tanta fretta andasse a scapito della qualità della cura. A dicembre ha deciso di limitare la sua pratica clinica a pochi pazienti che pagano un supplemento per poter essere seguiti senza orario.

Anche Tim Devitt, medico di famiglia nel Wisconsin, abituato a essere chiamato giorno e notte e che aveva l’abitudine di andare perfino a trovare i suoi pazienti all’ospedale alla fine ha mollato.L’esaurimento dei medici di medicina generale, specie quelli che si trovano in prima linea, sembra un fenomeno in crescita negli Stati Uniti. Aumentano i medici che lamentano di non dormire la notte proprio per la paura che a dover vedere tutti quei pazienti sfugga loro qualcosa. Il fatto poi di dover scrivere tutto a computer per alcuni è diventato un fattore di rallentamento anziché di efficienza (tant’è che alcuni ricorrono a degli “scriba”). Non ci sono dati precisi sul burnout, però una ricerca condotta nel 2012 su 7200 medici riportava che circa la metà di questi segnalava almeno un sintomo di burnout.
Il dottor Kanovsky, per poter svolgere la professione in modo adeguato (e per poter dormire la notte) ha ridotto i suoi pazienti da 1200 a 400 e ha cambiato modello.
L’autore dell’articolo, uscito sul “Washington Post”, più che dello stress dei medici si preoccupa però dell’effetto di questo nei pazienti. Medici ansiosi creano infatti pazienti insoddisfatti. La lamentela più ricorrente è che il medico non ascolta e comunque non ha a disposizione il tempo ritenuto necessario dal paziente.
Ma il dato che preoccupa di più non è tanto che medici infelici e frustrati producono pazienti infelici e frustrati, ma che commettono più errori.
(washingtonpost.com)

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