I droni, i piccoli aerei senza pilota sempre più impiegati nella guerra moderna, fanno ormai gola a tutti: giornalisti e registi li vogliono per realizzare riprese aeree più economiche, i contadini li userebbero per spruzzare di diserbante i propri campi, Amazon ha annunciato in dicembre l’intenzione di utilizzarli per le proprie consegne “in trenta minuti”, e così via. Ma la vera “offensiva” su questo fronte sta per arrivare dagli Stati e dalle forze di polizia. Ne ha scritto Michelle L. Price l’11 marzo per la Associated Press. Negli Stati Uniti, infatti, sono molti i Governatori che, nell’attesa di linee guida chiare da parte di Washington, sono impazienti di potersi attrezzare con i mini velivoli. Tra questi c’è sicuramente quello dello Utah, uno degli Stati Usa più impervi, molto difficile da sorvegliare e perlustrare. A Brigham City, città a ridosso dei Monti Wasatch, lo Sceriffo J. Lynn Yeates racconta: “Ho già comprato un drone multirotore da 7.000 dollari. Non vedo l’ora di usarlo. Sapete quante ore mi risparmierebbe nelle ricerche degli alpinisti dispersi o per monitorare gli incendi? E quanti rischi in meno comporterebbe per i soccorritori?”. Un’altra spinta forte ad adottare i piccoli velivoli viene sicuramente dalle commesse industriali: sono in arrivo grandi guadagni per chi riuscirà a definire la legislazione più favorevole ai costruttori del settore dell’aviazione senza pilota, da molti considerata “il futuro”.
Ma lo Utah, oltre alla superficie rocciosa, ha un’altra caratteristica: l’ostilità all’intrusione del Governo nella vita dei cittadini. Howard Stephenson, Senatore repubblicano lì eletto, è uno dei principali critici dell’introduzione dei droni come strumenti di sorveglianza pubblica. In un’udienza al Senato Stephenson ha proiettato per i suoi colleghi una breve sequenza del film tratto da “1984” di George Orwell in cui un drone della polizia sbircia alcuni cittadini dalle finestre. La legislazione proposta dal Senatore dello Utah imporrebbe moltissime limitazioni alla raccolta e all’uso di dati sensibili mediante droni. Stesso discorso per altri Stati: nel Rhode Island, i legislatori stanno studiando regole che impongano procedimenti molto articolati alle forze dell’ordine che vogliano dotarsi di un velivolo senza pilota; in California, invece, si pensa di richiedere ai tutori della legge che volessero impiegarlo un mandato e una notifica pubblica, nonché un vincolo a distruggere qualsiasi dato raccolto entro sei mesi.
Certo, ma come avvertono gli scettici di questa tecnologia, potrebbe non essercene bisogno: secondo la Federal Aviation Administration, l’agenzia statunitense dell’aviazione civile, uno dei problemi principali per il trasporto aereo resta la collisione con i volatili, in stormi o da soli, capaci di danneggiare i motori di grandi velivoli. Con un drone, non si tratterebbe di collisioni accidentali nelle fasi di decollo o atterragio: secondo Nicholas Lund, che ne ha scritto su Slate, i predatori del cielo darebbero attivamente la caccia agli aeroplanini che dovessero solcare i loro cieli. E, come prova, allega alcuni video che lo dimostrano.