Diventare vecchi con l’Hiv

Uno su cinque adulti (16.550) trattati per HIV nel Regno Unito nel 2011, aveva più di 50 anni, contro l’uno su nove (3640) del 2002. In questa fascia di sieropositivi, non c’è solo chi è sopravvissuto grazie alle nuove terapie, c’è anche chi ha contratto il virus in età avanzata.Il dottor David Asboe, consulente al Chelsea e Westminster Hospital e presidente della British HIV Association, spiega “La gente pensa che le persone anziane non facciano sesso a rischio, ma non è così”.
Il fatto è che l’Aids è una malattia da sempre associata ai giovani e così, nonostante il numero crescente, i soggetti anziani si sentono particolarmente emarginati. Si è da poco concluso un importante studio che ha visto la compartecipazione di università, cliniche universitarie, centri di salute mentale, ecc. Fondato su più di 100 interviste con persone affette da HIV di età compresa tra i 50 e gli 80 anni, la ricerca fa emergere uno stigma ulteriore in questa fascia di popolazione, come se l’Hiv in tarda età fosse più “inappropriato” che in altre. Molti anziani si vergognano al punto da tenere la cosa nascosta anche in famiglia, con amici e vicini. E poi c’è la preoccupazione per la salute, che raddoppia: ogni sintomo può essere effetto del normale processo di invecchiamento, ma anche dell’Hiv. Questo produce un’ansia terribile, che può sfociare nella depressione.
Gli specialisti spingono perché ci sia una maggiore attenzione a questa fascia di popolazione. Ma non è così semplice, proprio perché ci sono due categorie molto diverse: c’è chi ha contratto il virus a 25 anni e mai aveva immaginato di avere davanti un futuro. E poi ci sono gli ultrasessantenni, casomai con figli e nipoti, che avevano immaginato e anche pianificato un futuro ben preciso e a un tratto si trovano di fronte al fatto che è cambiato tutto.
(www.theguardian.com)

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