“Come ogni Venerdì sera, del fumo bianco sale dai barbecue sui prati del parco. Ma stasera è fumo di vacanza. È Bajram e una folla di arabi israeliani riempie Yarkon Park (Tel Aviv). Ci sono anche molti ebrei israeliani al parco”. Per un momento, racconta Gideon Levy su “Haaretz”, sembra che un sogno si sia avverato: uno stato (e un parco) per tutti i suoi cittadini. Durante la festa che segue il Ramadan sulle spiagge di Jaffa si vedono folle di palestinesi dei Territori che hanno ottenuto il permesso per festeggiare sul mare proibito. Intanto a Yarkon Park, Moshe, Grisha e Mohammed grigliano gli stessi spiedini. Anche la musica è mista – Mizrahi israeliana, russa e araba con tocchi di Hare Krishna da una processione nei paraggi… Nel parco di tutti i suoi cittadini, sembra che ci sia una maggioranza araba, o forse è metà e metà. Il “pericolo demografico”, in tutto il suo orrore, il sogno sionista interrotto per un momento. E non è successo niente. d’altra parte Moshe, Grisha e Mohammed sembravano molto più preoccupati della cottura della loro carne che del loro diritto alla terra”.
Quella sera al parco Yarkon, commenta Levy, si è visto il paese che Israele potrebbe e dovrebbe essere.
(haaretz.com)