In Australia qualche settimana fa sono riusciti a trasmettere un terabit al secondo, cioè mille miliardi di bit trasmessi in un istante.
Giusto come esempio, i contratti aziendali offerti dalla compagnia nazionale promettono (e non sempre mantengono) 20 megabit al secondo, cioè 20 milioni di bit. Il record di velocità nella trasmissione dati è stato battuto collaudando un collegamento in fibra ottica fra Sydney e Melbourne, distanti fra loro mille chilometri, sulle normali linee gestite dalla Telstra. L’obiettivo era proprio quello di testare se le infrastrutture attuali fossero in grado di supportare linee di maggiore capacità. A rigore, come ha spiegato Wired, più che di velocità di trasmissione, si tratterebbe di volume di dati trasmessi nell’unità di tempo.
Nonostante il nostro rimanga tra i paesi più arretrati riguardo le infrastrutture della rete, la nuova tecnologia è nata proprio in Italia; è stata messa a punto dall’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione (Tecip) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dal Laboratorio Nazionale di Reti Fotoniche del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (Cnit), in collaborazione con Ericsson e con la compagnia telefonica australiana Telstra.