Il “Financial Times” festeggia il suo 125esimo compleanno e si appresta a fare la sua rivoluzione digitale. I cambiamenti prevedono 35 esuberi e 10 nuovi posti “digitali”. Al netto 25 giornalisti in meno sui 600 complessivi, di cui 100 all’estero. La pagina internazionale sarà la stessa nelle edizioni Usa, Asia e Europa, per cui al lettore americano capiterà di leggere, per esempio, la storia di una banca cinese. E questo è un punto a favore, spiega Berber, l’editore, perché le notizie nazionali le possono leggere anche altrove e il lettore medio del FT è globalizzato, è un dirigente, un politico, uno che prende decisioni. Ciò che il FT deve offrire sono analisi in profondità, ad esempio, della crisi in Europa, cose che non si trovano altrove. Tenere la carta e l’online è una bella sfida, ma per qualche tempo ancora Berber ha capito che la carta rimarrà, al limite per i vecchi lettori, o solo come accessorio di moda. La sfida è di rendere la carta stampata complementare al web: se il web è la prima bozza di una storia, la carta è il momento più riflessivo, più approfondito, tant’è che Barber sta vagliando l’ipotesi di preparare le pagine da stampare con qualche giorno di anticipo e ha già tagliato la redazione notturna (considerata inappropriata per la carta, c’è già il web). Oggi il FT ha complessivamente 600.000 abbonati. Gli abbonati online hanno superato quelli alla carta e il 25% legge le notizie su un telefonino.
(ft.com)