Anche in Gran Bretagna si sta assistendo a un preoccupante aumento delle infezioni antibiotico-resistenti. Il professor Peter Hawkey, microbiologo, ha dichiarato che la resistenza agli antibiotici sta diventando per la medicina qualcosa di equivalente al cambiamento climatico. Sempre più spesso infezioni comuni si trasformano in malattie incurabili. Si stima che nell’Unione europea muoiano ogni anno 25.000 persone per infezioni non trattabili. Si tratta di un problema di dimensioni globali, che come tale va trattato. Dall’inizio del secolo l’incidenza di queste infezioni è passata dall’1% al 10%. Il rapido aumento della presenza dell’Escherichia Coli nel sangue pare essere legato all’invecchiamento della popolazione. L’E. Coli è all’origine delle infezioni urinarie, ma può causare infezioni anche in caso di interventi chirurgici. Quando gli antibiotici non funzionano, si ricorre ai cosiddetti carbapenemi, che rappresentano oggi l’ultima frontiera contro le batteriemie. Il problema è che ora si sono registrati casi di resistenza anche a questi ultimi. In novembre, l’European Centre for Disease Control and Prevention (Ecdc) ha rivelato che il 50% di infezioni da K. pneumoniae (un batterio coinvolto in infezioni del tratto urinario e dell’apparato respiratorio) sono risultate resistenti ai carbapenemi in alcuni paesi europei. Il direttore del centro, Marc Sprenger, ha usato toni allarmanti: “La situazione è critica. Dobbiamo dichiarare guerra a questi batteri”.
Una guerra dall’esito incerto perché i batteri vengono “selezionati” dagli stessi antibiotici: quelli che sopravvivono ai trattamenti infatti aumentano di numero fino a diventare il ceppo dominante. (www.independent.co.uk)