Un solo Stato

“Uno di questi giorni, un presidente americano ci dirà: un solo Stato. Dopo altri tre mandati, in cui Bibi Netanyahu verrà confermato al potere, visti i continui fallimenti, il Presidente americano Eduardo S. Gonzales arriverà qui da Washington. Questo figlio di immigrati cubani, in cima a Masada, con Elie Wiesel e il presidente della Cina ai suoi lati, dichiarerà il suo inequivocabile sostegno alla soluzione dello stato unico. Bibi, vantando la sua grande esperienza e tremolante per l’età, insisterà: no, due Stati”.
Così comincia il racconto surreale, ma forse non troppo, di Yigal Sarna, pubblicato su Ynet news from Israel, che prosegue spiegando come il presidente americano, ormai esasperato, prima di partire avesse già lungamente consultato la sua biblioteca per vedere le possibili opzioni e variazioni della soluzione dei due stati, e che alla luce delle innumerevoli violazioni di Israele, dei coloni, del muro, degli accordi di Oslo mai rispettati, fosse giunto alla conclusione che l’unica soluzione che rimaneva era quella: un solo Stato per tutti, “uno stato in cui si parla ebraico e arabo, con una rotazione al Ministero della Difesa e due presidenti: Barghouti e Peres”.
Bibi insisterà, ma Gonzales gli ricorderà di tutti i “sì” mai concretizzati, di come fossero abili a togliere un posto di blocco, per poi piazzarne due, dei decenni vissuti come esistessero solo loro, con quattro milioni di palestinesi di fatto “trasparenti”.
“E’ tutto pronto”, gli spiegherà il Presidente: vivete assieme dal 1967, siete stati voi a creare questa situazione, nessuno conosce i palestinesi meglio di voi. L’unica cosa che resta da fare è lavorare sulla parità dei diritti civili e sull’integrazione. “Avete già posato ottime fondamenta per una vita assieme”. Ognuno conosce le bugie dell’altro e gli “zeloti” delle due parti, quelli delle moschee e quelli delle sinagoghe, si assomigliano parecchio. “Condividete anche il ricordo di un grave trauma e di periodi molto duri”. Alla fine del discorso, il Presidente leggerà alcune righe di una poesia di David Avidan e di un’altra di Mahmoud Darwish, dopodiché presenterà un piano biennale per smantellare l’attuale regime e dare vita allo stato unico: “Israpalestine”.
(www.ynetnews.com)
1 luglio 2009.

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