Un dovere. Punto

Ai filoisraeliani senza se e senza ma. Troviamo ormai stucchevole la frase che “certo, si può criticare il governo di Israele, ma…”. A parte quel fastidioso suono da “gentile concessione”, ma ma cosa? Si rischia di andare sotto inchiesta? L’accusa di antisemitismo è pronta a scattare? Ma fate quello che volete. Per essere lapidari: una pulizia etnica, anche se incruenta, o una legge razziale, anche se circoscritta, non si critica, si denuncia e si condanna. Senza eccezioni. Ci sono casi in cui l’eccezione distrugge la regola. Chi “critica” la pulizia etnica la avvalla. Chi tace sapendo o chi non vuol sapere è colpevole. Non rivendichiamo affatto un diritto a denunciare e a condannare. Ricordiamo a tutti un dovere. Punto. (Pur essendo concetti molto semplici, non ci siamo arrivati da soli. Ce li hanno insegnati).

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