Giovanni Farina ci scrive dal carcere di Catanzaro.
Ho letto il libro “Urla a bassa voce”, curato da Francesca de Carolis, e qualche altro articolo da lei scritto in qualche rivista.
Non mi piace essere ripetitivo, sappiamo che l’ergastolo ostativo è una condanna a vita, che si esce di galera solo da morti. Ma sentiamo dire da molti “saggi”, che possono dare informazioni in televisione, che l’ergastolo in Italia non c’è.
Il Codice Penale lo prevede, ma continuo a sentire dai “saggi” che vivono fuori dalle mura di un carcere, e lo dicono con convinzione, che nessun recluso condannato all’ergastolo sconta questa pena, ma che si esce dopo pochi anni di prigione.
Il giornalista Bruno Vespa, al programma di Santoro, ha detto che la pena dell’ergastolo in Italia non c’è. Si vede che lui è più informato di chi l’ha subìto e lo sta subendo da trenta, quarant’anni…
La de Carolis cita spesso un argomento molto importante sull’amore, sulla sessualità del carcerato. L’uomo in prigione non ne parla perché si è rassegnato a vivere la castrazione forzata che uno Stato retrogrado gli impone con le sue leggi.
Il rapporto sessuale con la propria moglie, con la propria donna, è una necessità naturale, che ogni uomo e ogni donna sente nelle sue giornate di vita. Negarlo è un delitto contro natura, è per un carcerato una tortura fisica e mentale. Leggi tutto “Lettere ostative – dal carcere di Catanzaro”