Lo scrittore egiziano Ahmed Naji, del quale avevamo pubblicato nel 2011 un resoconto dei primi giorni della rivoluzione di Piazza Tahrir, è stato condannato a due anni di carcere per aver “violato la morale pubblica”. Un capitolo del suo ultimo libro, “Istikhdam al-Hayat” (“L’uso della vita”), già approvato dalla commissione per la censura, era apparso sulla rivista letteraria filogovernativa Akhbar al-Adab. A portarlo in tribunale era stato un lettore: a suo dire, la lettura di alcuni passaggi con riferimenti al sesso e al consumo di droghe gli aveva indotto un malore.
Una prima sentenza emessa in gennaio l’aveva scagionato, ma al processo d’appello lo scrittore ha subìto la massima condanna possibile. Secondo Mai El-Sadany, giurista egiziana che collabora Tahrir Institute for Middle East Policy, la vergognosa sentenza giunge in un momento di particolare recrudescenza della repressione dei diritti di espressione in Egitto. Si spera nell’ultimo grado di giudizio; nel frattempo Ahmed è stato condotto in carcere.
A questo link trovate una traduzione italiana del capitolo in questione, curata dal blog Editoriaraba.