Nell’ultimo numero di Dissent, Susie Linfield (che dirige il “Cultural Reporting and Criticism program” alla New York University, dove insegna giornalismo), ha dedicato un lungo e denso articolo a un interrogativo: l’occupazione israeliana è la lineare conseguenza del Sionismo o ne è piuttosto il tradimento?
Susie inizia il articolo ricordando una recente cena in centro a Manhattan, in cui, parlando di un famoso giornalista, un ospite l’ha definito, con un disprezzo un tempo destinato ai fascisti, un “sionista”. Al che la Linfield si è inserita nella conversazione dicendo: “Beh, lo sono anch’io. Credo in uno stato per il popolo ebraico”. “Gli altri ospiti -accademici di sinistra, persone intelligenti, brave persone, alcuni dei quali non solo mi piacciono, ma li adoro- mi hanno guardato sbalorditi”. Ne è seguito un silenzio imbarazzato. Leggi tutto “La salvezza di Israele? La fine dell’occupazione”