Allarme batteri

Il “Guardian” oggi in prima pagina parla di batteri e lancia l’allarme. Due anni fa Cameron ha chiesto all’economista Jim O’Neill di fare un report sul problema dei batteri resistenti agli antibiotici. O’Neill ha spiegato che nei due anni in cui ha svolto la ricerca sono morte un milione di persone Leggi tutto “Allarme batteri”

Post-antibiotic era

Per la prima volta, l’Organizzazione mondiale della sanità ha messo in guardia dal rischio dei batteri resistenti: senza un intervento tempestivo c’è il rischio di trovarci in una spaventosa era post-antibiotici in cui anche infezioni comuni e ferite di poco conto possono portare alla morte. Ormai in tutto il mondo si registrano casi di batteri e altri patogeni non trattabili con gli antibiotici mettendo in crisi le conquiste di un secolo di medicina.

Nel suo recente “Rapporto globale”, l’Oms ha raccolto i dati delle “resistenze” in 114 paesi. Keiji Fukuda, nell’introduzione al rapporto spiega, che l’era post-antibiotici non è un’apocalisse immaginaria, ma uno scenario molto realistico, causato da decenni di prescrizioni poco responsabili e dall’uso degli antibiotici nell’allevamento degli animali.
Il pericolo, tra l’altro, riguarda sia i pesi sviluppati che quelli in via di sviluppo. Tornano così a essere potenzialmente letali, malattie che non lo erano più: la gonorrea, per esempio, è di nuovo una minaccia alla salute pubblica. Farmaci una volta usati come estremi rimedi (perché causa di infertilità, cecità, ecc.) nelle malattie sessualmente trasmissibili oggi sono i primi ad essere usati. E tuttavia, in paesi come U.K., Canada, Australia, Francia, Giappone, Norvegia, Sudafrica, Slovenia e Svezia si registrano pazienti con infezioni che non rispondono neanche a questi trattamenti.
Il fatto è che i pochi test che rivelano la presenza di batteri impiegano del tempo per dare la risposta. Tempo che non sempre è a disposizione. Così nel dubbio si abusa degli antibiotici ad ampio spettro. L’Oms ricorda però che molto può essere fatto dagli operatori e dai pazienti: a partire dall’igiene e quindi dal lavaggio accurato delle mani e degli ambienti; i pazienti, da parte loro, devono resistere alla tentazione di farsi prescrivere antibiotici se non è strettamente necessario; infine i medici di base devono saper agire responsabilmente, resistendo a richieste infondate. Non c’è più tempo da perdere.
(scientificamerican.com)