Cosa pensiamo della situazione? Che la parola “sociale” sia una delle tre o quattro parole chiave della vita e della politica e che se uno la lascia, saranno altri, purtroppo, a prenderla.
Che non sia vero che l’unica speranza per i poveri siano i ricchi. Che ci si debba guardare dal vedere cattivi in ogni dove. Che una sinistra che non sia dei penultimi, al fondo non potrà nulla neanche per gli ultimi. Che se la frattura futura sarà fra “cosmopoliti” e “confinati” allora l’impegno sociale e culturale sarà il primo compito della politica e ci sarà tanto da fare per tutti. Per il resto le idee sono le più diverse e questo è pure bene, ma soprattutto pensiamo che sarebbe bene continuare a raccontare, insieme a tanti altri, cosa si pensa e si fa in giro… (Il che, però, non dipende solo da noi).