Un venerdì mattina dello scorso marzo, a Salisbury, Maryland, già due ore prima del sorgere del sole si poteva vedere una fila interminabile di persone davanti al Centro civico. Dentro, un gruppo di dentisti-missionari arrivati da cinque stati si preparavano a curare i denti di chi non può più permettersi un dentista. Il “Washington Post” ha pubblicato un lungo reportage sulla salute dei denti degli americani quale indice dello stato di salute (e di uguaglianza) del paese. Mentre infatti aumentano i costosissimi trattamenti estetici (un rivestimento di porcellana per nascondere un’imperfezione costa 2000 dollari a dente), aumentano anche coloro che, pur lavorando, non riescono più a pagarsi le cure dentarie minime. Sopra i 65 anni, i dati dicono che un americano su cinque non ha più un dente dei suoi. I denti sono anche una delle ragioni dell’aumento dell’uso (e abuso) di antidolorifici. Dee Matello, che assieme al marito vende distributori automatici nel Delaware -e che non vedeva un dentista da 9 anni- quella mattina aveva il n. 503. Mai avrebbe pensato di trovarsi lì. Nel 2008 aveva votato Obama; all’ultima campagna elettorale ha voluto credere alla promessa di Trump di occuparsi degli americani “dimenticati”. Se ne è già pentita. Fino al 2007 suo marito lavorava in un negozio di mobili e aveva un reddito di oltre 70.000 dollari. Poi con la crisi è rimasto senza lavoro, e senza assicurazione. Non è tanto e solo l’umiliazione, è anche la rabbia: “In fondo non viviamo sulle spalle del governo, non passiamo le giornate stesi a dormire, lavoriamo”, ci tiene a dire Dee. Possibile che non meritiamo qualcosa di meglio?
Alle 9.44, dopo cinque ore di fila, Dee è finalmente potuta entrare. Dopo altre due ore ha potuto fare i raggi. Per il trattamento è dovuta tornare la mattina dopo, si era fatto tardi. Quelle cure le sarebbero costate dai 600 agli 800 dollari, che non ha. In quei due giorni, i 116 dentisti della Mission of Mercy arrivati a Salisbury hanno curato 1165 pazienti.
(washingtonpost.com)