Il prodotto sei tu

In un lungo articolo pubblicato sulla “London Review of books”, John Lanchester spiega perché Facebook, più di ogni altra grande compagnia, ben esemplifica il detto dell’era di internet: “Se il prodotto è gratis, il prodotto sei tu”.
Alla fine di giugno Mark Zuckerberg ha annunciato che Facebook ha raggiunto quota due miliardi di utenti. Di questi il 66% usa il social quotidianamente.
Il fatto è che i veri utenti di Facebook non sono quelli che hanno l’account, ma gli inserzionisti, quelli cioè che beneficiano dal potere di “profilazione” del social. Il suo interesse è insomma nel target, non nel contenuto. Questo spiega in fondo anche la scarsa preoccupazione per la circolazione di fake news. A che pro scoraggiarle se casomai funzionano meglio della verità?
Al di là degli aspetti di costume, Lanchester vuole andare al cuore della questione: cos’è e cosa fa Facebook?
Facebook ti osserva monitorando i siti che guardi, sapendo dove vivi, qual è il tuo reddito e cosa compri: tutti dati che servono a un unico scopo: venderti delle cose attraverso annunci personalizzati. Non a caso qualcuno parla di Facebook come di una compagnia pubblicitaria (ma anche della più grande impresa basata su un sistema di sorveglianza nella storia dell’umanità). “Volete raggiungere con un messaggio pubblicitario le donne tra i 25 e i 30 anni con codice postale 37206 (Nashville) a cui piace la musica country e il bourbon? Bene, Facebook lo può fare”.
Lanchester, che non fa mistero di “avere paura” di questo social network, conclude il pezzo chiedendosi come mai nessuno sembra preoccuparsi del fatto che Facebook sa di noi di più, molto di più, di quanto il regime totalitario più intrusivo abbia mai potuto sapere dei suoi cittadini.
(lrb.co.uk)

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