Tutti programmatori?

Negli Stati Uniti si è aperto un dibattito attorno all’idea che saper programmare è diventato un aspetto dell’alfabetizzazione di importanza pari al saper leggere e far di conto e quindi va insegnato a tutti. ne parla Annie Murphy Paul sull’ultimo numero de “Le Scienze”. L’amministrazione Obama si sta muovendo su questa strada. Nel Regno Unito, già nel 2014 per gli studenti è diventato obbligatorio saper programmare. Sheena Vaidyanathan, che insegna alla scuola elementare di Palo Alto, è convinta che tutti, maschi, femmine, ragazzini apparentemente poco dotati per la matematica, possano imparare a programmare. Ovviamente la sfida è molto ambiziosa, soprattutto perché per ora mancano gli insegnanti di informatica. I più diffidenti mettono anche in guardia dal rischio che lungo questa strada si inseriscano le grandi imprese interessate solo ai loro profitti. I più fiduciosi sostengono invece che “saper programmare” nel senso di scrivere codici, è troppo poco. Quello che bisogna insegnare, partendo dai bambini, è ciò che sta sotto, diciamo così, la programmazione e cioè il pensiero computazione, vale a dire “la capacità di saper prendere un grosso problema e scomporlo in tanti problemi più piccoli”, un’abilità che in effetti non serve solo a chi usa il computer.
(Le Scienze)

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