Potere grigio

Il titolo del pezzo di Edoardo Campanella uscito sul Foreign Affairs suona piuttosto provocatorio: “Perché i pensionati minacciano il futuro del continente europeo”.
Ai tempi della crisi greca, i pensionati sono diventati quasi il capro espriatorio: i creditori internazionali si sono scagliati verso un sistema che permetteva ai dipendenti pubblici di andare in pensione a 50 anni. (Per la cronaca oggi le pensioni greche sono dimezzate rispetto al 2010 e il 45% dei pensionati ha un reddito sotto la soglia di povertà).
Il problema però resta: mentre i giovani sono spinti sempre più ai margini della società, gli anziani risultano i meno copiti dalla crisi. La gerontocrazia europea, oltre a essere economicamnete insostenibile, sta diventando un problema morale. Una sorta di riquilibrio tra gli interessi dei giovani e quello dei vecchi va dunque trovato, o almeno cercato.
Oggi in Europa i pensionati sono 130 milioni, un quarto della popolazione europea e sono anche uno dei gruppi più attivi politicamente. Non a caso, le varie riforme al sistema pensionistico introdotte in Europa in questi ultimi anni, pur severe, scaricano regolarmente il peso su chi in pensione deve ancora andarci. Campanella ricorda che in Italia le pensioni correnti sono due-tre volte superiori ai loro contributi, mentre i giovani rischiano di non beneficiare nemmeno di quanto effettivamente versato. I governi mediamente spendono il 15 del loro Pil in pensioni (e solo il 7% in istruzione e politiche per la famiglia).
L’attuale sistema si fonda su un patto, e cioè che i giovani pagano per i vecchi di oggi nella speranza di beneficiare del medesimo trattamento. L’impressione che questo patto non sia più equo potrebbe portare anche a scelte estreme: come decidere di non pagare più i contributi.
Ed ecco il dilemma: come tenere assieme la sostenibilità finanziaria, con la solidarietà, ma anche l’equità intergenerazionale. Secondo Campanella è impossibile non toccare le pensioni in corso, magari con una “tassa di solidarietà” grazie alla quale i pensionati ricchi aiutano i pensionati poveri. Sarebbe poi utile “diluire” il potere politico della generazione più vecchia. Come? Per esempio abbassando l’età per votare a 16 anni e mettendo un tetto all’età per candidarsi a 65 anni. O forse con altre misure. Certo è che non si può più aspettare…
(www.foreignaffairs.com)

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