La Food and Drug Administration sta pensando di ridefinire il concetto di “sano”. La questione è sorta dopo che la dolciaria Kind, che produce snack “sani”, si è vista inibire dalla possibilità di usare appunto questa dicitura nelle confezioni e allora ha fatto ricorso. Le ricerche sull’alimentazione sono ben lontane dall’essere precise e incontestabili. Intanto hanno bisogno di tempi lunghi e quelle condotte con questionari patiscono il fatto che la gente spesso dimentica cos’ha mangiato o bara. Un’indagine condotta nel 2012, emblematicamente, rilevava che gli alimenti più comuni erano legati -contemporaneamente!- a un basso e a un alto rischio di cancro. Perfino i tanto vituperati grassi saturi oggi vengono riabilitati. Nel corso della preparazione di nuove linee guida per i cittadini americani, la comunità scientifica si è divisa anche sul colesterolo. Quindi se si vuole mangiare “sano” cosa bisogna fare? Poche certezze sembrano rimaste: evitare i cibi senza valori nutrizionali (bibite, caramelle, ecc.), preferire cibi naturali (una mela, una bistecca) a cibi “processati” (cracker, succhi, ecc.). Per tutto il resto, fino a che gli studiosi si mettono d’accordo, la cosa migliore pare resti quella di mangiare quello che ci piace. Con moderazione. (economist.com)