Zaid, 23 anni, rifugiato iracheno, dalle sei e mezza alle otto lavora per la municipalità di Berlino: distribuisce i pasti ad altri 152 profughi siriani, iracheni, afgani e moldavi. Non solo: apparecchia la tavola, taglia il pane, serve i pasti e poi fa le pulizie. Il tutto per circa un euro all’ora. Sono i cosiddetti “one euro jobs”, una formula pensata anni fa per chi rimaneva fuori dal mercato del lavoro, per tenerlo comunque occupato. Oggi questi lavori vengono offerti anche ai richiedenti asilo. Zaid certo non si lamenta, ha lasciato Baghdad sei mesi fa ed è contento di poter almeno parzialmente riempire le giornate. Allo stato attuale Berlino occupa quasi quattromila rifugiati a un euro all’ora. In Bavaria sono novemila. Ronald Bachmann, economista, non è affatto convinto che il “lavoro da un euro” sia davvero un trampolino per entrare o rientrare nel mercato del lavoro. Il rischio, paventato da Holger Schaefer, è di “sussidiare l’esclusione” di queste persone. Zaid comunque non pensa di servire pasti per sempre: si è iscritto a una scuola superiore di Berlino , così da poter poi riprendere quegli studi in Information Technology che ha dovuto bruscamente interrompere quando ha lasciato l’Iraq.
(dailystar.com)