Il destino di Bitcoin

Bitcoin, la moneta elettronica creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto attraverso un sofisticato sistema basato sul meccanismo delle chiavi pubbliche e private, sta attraversando un momento di crisi. Uno dei suoi principali sviluppatori ha addirittura dichiarato l’esperimento della criptovaluta fallito. In realtà, se vogliamo, oggi il suo principale problema, il cosiddetto “scaling” (cioè il numero massimo di transazioni al secondo che questa moneta può sopportare) è un indice del suo successo. Resta il fatto che Bitcoin gestisce al massimo tre transazioni al secondo, contro le 115 di Paypal e le 56 mila del circuito Visa. Sulla soluzione da adottare, se rimuovere tale blocco o aggirare diversamente il limite, la comunità si è divisa. Si è tentato anche di fare un referendum, che è stato però boicottato e così per ora la questione resta aperta.
Nonostante i problemi, il destino di Bitcoin non sembra però segnato. Qualche mese fa la banca inglese Barclays ha annunciato di accettare transazioni in bitcoin per le donazioni. Già oggi Greenpeace, la Mozilla Foundation, la Wikimedia Foundation, ma anche alcuni candidati democratici newyorkesi accettano elargizioni in Bitcoin.
(hwupgrade.it)

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