Dove seppellire il corpo degli jihadisti morti negli attentati? Una regolare inumazione rischia di essere equiparata a una sorta di legittimazione. Ma si può negare a un essere umano il diritto alla sepoltura? Riva Kastoryano, del Cnrs, si è posta questi e altri interrogativi nella sua ultima ricerca intitolata appunto “Che fare del corpo degli jihadisti?”.
Questi corpi, armi di guerra e oggetto di sacrificio, agiscono in nome della Umma, una comunità musulmana che non ha confini geografici. Ecco allora il problema quando muoiono nel corso di un attentato suicida: qual è il paese che deve accoglierne le spoglie? Quello che ha dato loro la cittadinanza, quello dell’attentato? Come non bastasse questi corpi raramente vengono reclamati, né dalla famiglia, né dalla comunità, né dal loro Stato. Meglio far calare il silenzio.
Gli Stati Uniti hanno lasciato sprofondare il corpo di Bin Laden nel mare di Oman, così che non ne rimanesse traccia e anche per evitare possibili pellegrinaggi. I corpi dei terroristi nati o residenti in Francia sono affare dello Stato e quindi pubblico. Mohammed Merah, franco-algerino, è stato sepolto a Tolosa con una copertura mediatica che ha fatto molto discutere.
L’Algeria ha rifiutato di dar sepoltura ai fratelli Kouachi, nati in Francia da genitori algerini. Sono stati infine interrati a Reims e Gennevilliers. Contro la volontà di entrambi i sindaci.
Amedy Coulibaly è stato sepolto in gran segreto nel cimitero parigino di Thiais (Val-de-Marne).
(lemonde.fr)