In Gran Bretagna ha fatto scalpore la copertina del “Sun” in cui si diceva che un musulmano su cinque prova una certa (o molta) simpatia per l’Isis. Su Twitter è subito partito un movimento di protesta, ma che cosa pensino i musulmani dell’Isis è in effetti un interrogativo cruciale.
Il Pew research center la scorsa primavera ha pubblicato i risultati di indagini condotte in dieci paesi a maggioranza musulmana da cui risulta un atteggiamento “enormemente negativo” verso l’Isis: il 99% dei libanesi e il 94% dei giordani sono contrari all’Isis e perfino in Arabia Saudita solo il 4% ha espresso pareri favorevoli sullo Stato Islamico.
Se in Iran prevale la versione dell’Isis prodotto dell’Occidente e “strumento della Casa Bianca, dell’Eliseo, di Buckingham Palace, di Tel Aviv, ecc.”, c’è chi, come Ibtihal al-Khatib, scrittore kuwaitiano, denuncia come l’Isis non sia emerso da un vuoto, ma da un patrimonio che i pensatori islamici rifiutano di riformare: “Stiamo pagando il prezzo per essere rimasti in silenzio per molti anni, ora che i danni prodotti vengono a bussare alla nostra porta, dobbiamo accettarne la responsabilità”.
(economist.com)