Lo Stato islamico, o Isis, negli ultimi anni ha occupato vaste aree del territorio di Siria e Iraq insediandovi il proprio Stato.
Andrew Shaver e David Ensign, del “Foreign Affairs”, hanno voluto misurare quanto funziona questo stato islamico. Come? Misurando i consumi energetici. L’elettricità è infatti indispensabile per illuminare strade e case private, così come frigoriferi, tv, ecc. per non parlare degli ospedali e del sistema idrico. è così emerso che nelle aree controllate dall’Isis i consumi di elettricità sono crollati, addirittura in alcune zone, come nelle province di Ninive e Anbar, sono vicini allo zero. Non è chiaro se dietro ci sia una carenza di petrolio o se invece il regime preferisca venderlo al mercato nero per finanziare le sue operazioni. Non è nemmeno chiaro quali siano le conseguenze, sulla popolazione, di questa situazione.
La speranza è che l’inefficacia nel governare lo Stato islamico spinga i cittadini a far uscire informazioni sull’identità e le attività del regime. Qualcosa si sta già muovendo e dei canali sono stati aperti. Ovviamente la cosa funziona solo se il regime di Assad e quello iracheno sono poi in grado di raccogliere tali informazioni e muoversi conseguentemente. Per ora il regime Assad sta dimostrando una totale inettitudine in questo senso. In Iraq invece la situazione è meno desolante e il governo potrebbe utilizzare questo flusso di informazioni per sventare le operazioni degli insorti e riprendere il controllo sulle aree ora occupate dall’Isis.
(www.foreignaffairs.com)