L’Isis sta vincendo la guerra di propaganda contro Al Qaeda, e non solo quella di propaganda. In un lungo articolo del “Guardian”, dal significativo titolo “Al-Qaeda isolata e fatta a pezzi dall’Isis” si ripercorrono le tappe che hanno portato all’isolamento di questo gruppo, di cui, fino a poco tempo fa, Isis era solo un ramo. Nell’ultimo numero di “Dabiq”, la pubblicazione ufficiale dello Stato islamico, è scritto chiaramente che Isis non tollererà alcun altro gruppo jihadista nel territorio di propria competenza che ormai si estende dall’Afghanistan all’Africa occidentale.
Solo la scorsa settimana i combattenti dell’Isis hanno decapitato dieci talebani e Al-Qaeda in Libia ha promesso vendetta per l’uccisione, sempre da parte dell’Isis, di uno dei suoi leader.
Il problema è, spiega Derek Harvey, ex analista, che il controterrorismo americano ci ha messo un bel po’ a capire come stava la situazione e si è addestrato avendo in mente le strategie adottate da Al-Qaeda (un gruppo fondato più sui rapporti di lealtà che su una struttura organizzativa), mentre Isis ha altre reti, altre strategie, e soprattutto si muove con ben altra rapidità e capacità organizzativa.