In 22 stati del Nord America oggi, con PulsePoint, in caso di emergenza sanitaria, è possibile mobilitare chi, nei paraggi, è in grado di fare le prime manovre di rianimazione, così da avere un primo soccorso in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Ma c’è anche l’app “911 Help sms” che istantaneamente fa vedere dove l’utente si trova in quel momento assieme a un pulsante rosso per chiamare il 911. Poi c’è “Emn finder ER” che ti dice dov’è il pronto soccorso più vicino se sei in un luogo non familiare. C’è anche l’app Ice BlueButton che raccoglie e mette a disposizione, nello smartphone, tutte le informazioni mediche utili in caso di emergenza.
Lori Moore-Merrell, dell’International Association of Fire Fighters, che rappresenta oltre 300,000 pompieri e paramedici, è convinta dell’importanza di qualsiasi mezzo permetta di salvare delle vite, mette però in guardia da un affidamento eccessivo a queste app, cioè dall’abituarsi a tecnologie che comunque potrebbero abbandonarci proprio nel momento del bisogno. Insomma, ammonisce Merrell, dobbiamo saper essere pronti ed efficaci anche se, ad esempio, ci sono problemi di connessione.
(washingtonpost.com)