“I sauditi stanno bombardando lo Yemen perché temono che gli sciiti Houthi stiano lavorando per gli iraniani e al contempo stanno bombardando l’Isis in Iraq e in Siria; e così gli Emirati Arabi Uniti. Il governo siriano sta bombardando i suoi nemici in Siria e il governo iracheno sta ugualmente bombardando i suoi nemici in Iraq. America, Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Olanda, Australia e – che ci crediate o no – il Canada stanno bombardando l’Isis in Siria e in Iraq, in parte per conto del governo iracheno (cioè le milizie sciite), ma assolutamente non per conto del governo siriano”.
Così comincia un articolo, a tratti sarcastico, di Robert Fisk sulla natura “settaria e teologica” della guerra in corso, in cui viene denunciata anche l’opacità degli interessi e degli obiettivi di un conflitto dove da una parte i sunniti sauditi bombardano gli sciiti yemeniti e gli sciiti iraniani i sunniti iracheni, ma dall’altra i sunniti egiziani bombardano i sunniti libanesi e i sunniti giordani bombardano i sunniti iracheni.
Con un tale traffico aereo, aggiunge Fisk, c’è da rimaner sbalorditi per il fatto che tutti questi guerrieri del cielo non si scontrino regolarmente tra di loro.
(www.independent.co.uk)