“Non siamo morti: ci siamo solo dovuti evolvere”. Così recita una scritta sotto l’insegna di Video Free Brooklyn, a New York. Non è una novità: dalle catene ai piccoli negozietti, il business del videonoleggio è un bel pezzo avanti sul viale del tramonto. Oppure no? Wired US ha fatto un giro nei video-stores che ancora resistono negli Stati Uniti. Vidiots è un videonoleggio di Santa Monica nato nel 1985 da due appassionati che nei decenni hanno radunato una clientela di cinefili e addetti ai lavori. “Quando si è intuito che la ‘rivoluzione digitale’ stava cambiando tutto, la risposta è arrivata dai nostri utenti: fate una nonprofit!”. La trasformazione da negozio a fondazione è avvenuta nel 2012. “Abbiamo talmente tanti film che non troverete mai online…” spiega una delle animatrici di Vidiots, Patty Polinger.
Simile il percorso di Scarecrow Video di Seattle. Carl Tostevin racconta: “L’anno scorso abbiamo avuto un calo del 40% nei noleggi. Ci aspettavamo di perdere qualcosa, certo non così tanto”. Dopo che una campagna natalizia per chiedere sostegno aveva sortito qualche effetto, gli affari sono tornati a languire. “Ci siamo rivolti di nuovo ai clienti, stavolta per chiedere proposte su come, e se, continuare”. Anche a loro è arrivata l’idea di diventare nonprofit per dedicarsi a preservare e ampliare l’imponente catalogo di 120.000 tra dvd, blu ray, videocassette e laser disc, rendendolo fruibile a quante più persone possibile. Una campagna su Kickstarter ha fatto il resto, aiutandoli a raccogliere 100.000 dollari in una sola settimana. “Ora -spiega Katy Barr, che da commessa è diventata dirigente del nuovo Scarecrow Project- siamo intenzionati a creare una grande rete di negozi di videonoleggio, per sopravvivere insieme in una specie di coalizione”.