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Andiamo sempre meno al cinema: scarichiamo i film a casa. Sempre meno, poi, fermiamo un passante per avere informazioni su questo o quel ristorante: cerchiamo informazioni su Tripadvisor. Non compriamo più i francobolli: mandiamo le e-mail. Perché, allora, dovremmo continuare ad andare dallo psicologo, quando ci possiamo chattare dal divano di casa? Sul sito del Wall Street Journal, Joshua Fruhlinger ha parlato dei nuovi servizi di terapia online a partire dalla propria esperienza personale. Scrive Joshua: “Il mio stile di vita non mi lascia il tempo per una visita settimanale dallo psicologo: sono sempre in giro per lavoro, ho impegni che nascono all’ultimo minuto… Ma, come per tante altre cose, anche per questo c’è una soluzione digitale”.

Qualcuno aveva già provato a lanciare servizi di assistenza psicologica a distanza già nei primi anni 2000, ma l’assenza di una comunicazione faccia-a-faccia era sembrata un ostacolo insormontabile. Oggi, a quanto pare, con le comunicazioni interpersonali sempre più spostate nel virtuale, la cosa non sembra più un azzardo. Ci sono diversi siti che offrono consulenza psicologica a distanza, e funzionano proprio come una chat-room, ma crittografata e protetta: nessuno saprà mai cosa confidi al tuo terapista online. Su BetterHelp.com, per esempio, pagando 40 dollari alla settimana, e dopo aver compilato un questionario, si viene affidati a un terapeuta certificato che subito comincia a scriverti: “Cosa c’è che non va?”. Si finisce per chattare una o più volte al giorno. “Si potrebbe anche fare al telefono, o in video-conferenza, ma mi sento più libero di esprimermi così, nella chat-room”. Altri servizi simili funzionano direttamente come applicazioni da lanciare sullo smartphone (per esempio Talkspace). E i risultati? Per Joshua sembra funzionare: “È meglio che incontrare il terapeuta una volta a settimana, mi sembra di vedere miglioramenti molto più rapidi”

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