Boicottaggi

In pieno agosto, quando l’opinione pubblica globale si diceva scioccata dei bombardamenti israeliani su Gaza, proliferavano le iniziative di boicottaggio per “colpire Israele”. Nulla che abbia sortito effetti degni di nota; oggi, però, c’è un altro boicottaggio che sta provocando seri problemi a Gerusalemme: quello alla Russia. Ne ha scritto Ora Cohen su Haaretz del 18 settembre.

In agosto, la Russia ha deciso un embargo di un anno ai prodotti dei Paesi (oltre all’Unione Europea, anche Norvegia, Stati Uniti, Canada e Australia) che le hanno imposto sanzioni per protestare contro l’atteggiamento russo in Ucraina. Un colpo, per la Ue, del valore di oltre 5 miliardi di euro. Risultato, molte delle merci un tempo esportate a Mosca dai produttori europei sono rimaste nei mercati interni, abbassando così i prezzi e rendendo poco competitive le merci israeliane.

L’effetto è stato immediato. In luglio e agosto, secondo l’Istituto dell’export israeliano, le esportazioni agricole israeliane sono calate complessivamente del 23% rispetto allo stesso periodo del 2013, un calo che ha riguardato specialmente l’export di frutta (che ha registrato il calo più grave, -36%). Senza parlare poi dei danni “collaterali” provocati quest’estate, in piena fase del raccolto, da Margine Protettivo: i bombardamenti, il passaggio dei tank, i lanci di qassam che, oltre a danneggiare i campi, hanno spaventato molta della manodopera straniera che lavora nel settore, facendola scappare dalle zone agricole.

Ironia della sorte, proprio dalla Russia potrebbe arrivare la soluzione: a fine agosto, una delegazione russa si è recata in Israele per stipulare accordi di importazione di prodotti agricoli -e non solo.

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