Trattative

Nicolas Henin, giornalista francese, ha raccontato in un’intervista alla Bbc i suoi dieci mesi come ostaggio dell’Isis, periodo che per sette mesi ha condiviso con James Foley, il giornalista americano giustiziato.

Nicolas Henin, giornalista francese, ha raccontato in un’intervista alla Bbc i suoi dieci mesi come ostaggio dell’Isis, periodo che per sette mesi ha condiviso con James Foley, il giornalista americano giustiziato. Se Nicolas può raccontare questa storia, a suo dire, è grazie alla sua nazionalità. Lui non ne ha le prove, ma è convinto che la sua liberazione si debba a una trattativa tra Parigi e l’Isis. La Francia, infatti, è tra quei paesi disposti, se necessario, a intavolare trattative e pagare riscatti; gli Stati Uniti, invece, no, e con la Gran Bretagna, anzi, esercita pressione sugli altri governi occidentali perché smettano di trattare con i rapitori. Ma, come racconta un intervento sul sito del Guardian, gli Stati che continuano a pagare -in segreto- sono ancora molti, oltre alla Francia: Italia, Germania, Spagna, Svizzera…

Henin, rapito in Siria nel luglio 2013, è stato liberato lo scorso aprile, ma finora non aveva concesso interviste, proprio per non esporre a rischi ulteriori il suo compagno di prigionia. Con Foley, racconta Henin, “per sette mesi siamo stati sempre insieme. Per una settimana intera, poi, siamo rimasti ammanettati l’uno all’altro”. Durante la prigionia, spiega Henin, si sviluppa un istinto di sopravvivenza: “Tutto ciò su cui riesci a mettere le mani, lo prendi e te lo tieni. Lui no, divideva tutto, una coperta, il cibo…”. Questo nonostante gli aguzzini fossero ancora più crudeli con lui, perché americano.

“Come voglio commemorare James? Non sono ancora in grado, ci vorrà del tempo, ma di sicuro vorrò ricordarlo ripercorrendo quei brevi momenti in cui durante la prigionia siamo riusciti a ridere, di cuore, insieme”.

 

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