Sul “Washington Post” del 5 maggio, Jesse J. Holland riporta alcuni dati piuttosto impressionanti: metà degli studenti delle scuole pubbliche americane sono minoranze, mentre meno di un insegnante su cinque è “non-bianco”.
Studi recenti mettono in guardia dai pericoli di un tale “diversity gap”. Alcuni gruppi vorrebbero che gli insegnanti fossero più simili agli studenti, cioè più diversi. Kevin Gilbert, della National Education Association, spiega che niente può motivare di più un ragazzo di vedere uno come lui che ha avuto successo.
Nel 2012 c’erano 3,3 milioni di insegnanti tra scuola primaria e secondaria. Di questi l’82% è bianco, l’8% ispanico, il 7% nero e il 2% asiatico.
Gli studenti sono tutta un’altra storia. Le indagini del Center for American Progress mostrano che il 48% degli studenti non sono bianchi: il 23% è ispanico, il 16% nero 3 il 5% asiatico.
La previsione è che il prossimo autunno, per la prima volta nella storia americana, la maggioranza degli studenti della scuola pubblica sarà costituita da non bianchi. L’insegnamento era una delle poche professioni cui accedevano i laureati dell’African American College. Col tempo, altre professioni hanno aperto ai neri e intanto il mestiere di insegnante ha perso prestigio, così sempre meno laureati neri hanno scelto quella strada. Non è più quella la carriera ideale per un nero. E anche con politiche ad hoc, sarà difficile cambiare la composizione degli insegnanti.
(The Washington Post)