I danni del porno/2

Sul Guardian del 30 gennaio è proseguita la discussione iniziata da Rhiannon Lucy Cosslett (vedi post del 29 gennaio), secondo cui l’abuso del porno sul web starebbe generando giovani uomini sempre più “assetati” di performance estreme -e donne costrette a soddisfarli. Secondo Ally Fogg, la questione meriterebbe uno sguardo più equilibrato: mancano prove conclusive di un incremento delle esigenze sessuali “violente” tra gli adolescenti, anzi. A guardare tramite le lenti dell’aneddotica sensazionalista snocciolata dalla Cosslett, scompaiono le sfumature tipiche della quotidianità della maggioranza dei ragazzi, che violenti e perversi non sono. Certo non si può negare che l’esplosione di pornografia sul web influisca in maniera dirompente sui costumi sessuali maschili: anche i ragazzi attraversano l’adolescenza col rischio di incontrare partner violenti o invadenti, senza però ricevere non solo la stessa empatia riservata alle ragazze, ma neppure lo stesso livello di attenzione al problema. Davanti alla generalizzazione per cui “i ragazzi non trattano bene le ragazze”, come può reagire un giovane sensibile e delicato? Forse, cominciare a pensarsi come un’eccezione alla regola che vorrebbe gli uomini tendenzialmente violenti può nuocere al sano sviluppo della personalità.

La pornografia sul web alza l’asticella della performance per tutti, inclusi gli uomini; si pensi a chi teme di essere impotente, di non “saperci fare”, solo perché incapace di reggere un rapporto della durata di 30 minuti o, dice sempre Fogg, non dotato di un’erezione “degna di un cetriolo”. Ma, a differenza delle ragazze, un maschietto che ritiene di avere un problema sessuale non ne parla con nessuno; il rischio peggiore per chi lotta per affermare la propria mascolinità è -oggi come un tempo- farsi identificare come vulnerabile dal proprio branco.

Il Sex Education Forum, autorità britannica dell’educazione sessuale, lo conferma: i ragazzi hanno molte più difficoltà delle ragazze nel dichiarare dubbi, insicurezze e inesperienza in materia sessuale. Anche ChildLine, un numero verde di consulenza per giovani under 19, ha diffuso dati rilevatori. Il numero delle denunce di abusi sessuali è doppio per i ragazzi rispetto alle ragazze, come anche quello delle richieste di informazioni inerenti l’educazione sessuale. La differenza sale di sei volte per gli adolescenti che chiamano per esprimere preoccupazioni circa la propria sessualità.

Il dibattito si è sviluppato perché in questi giorni la Camera dei Lord discuteva di una riforma dell’educazione sessuale e alle relazioni (SRE) a scuola, con proposta di insegnamento obbligatorio in tutte le scuole che percepiscono finanziamenti pubblici. Dai due punti di vista, entrambe le posizioni illustrate sul Guardian la auspicavano, ma la riforma non è passata.

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