Nascere sotto occupazione

“Sono esausta, ma tanto tanto felice”, ha detto Hana, la madre di Hassan subito dopo il parto. La nascita di Hassan non è stata proprio delle più semplici. Hana non vede Tamer, il marito, dal 2006, quando è stato arrestato durante un’incursione dell’esercito israeliano nella città di Beit Hanoun, a nord di Gaza. Da allora Tamer è in carcere, dove deve scontare una pena di 12 anni, in quanto “terrorista”. Per non meglio precisati “motivi di sicurezza”, la moglie non l’ha più visto.

Hassan è nato grazie all’ “evasione” dello sperma del marito. La “procedura” è già nota e praticata in Cisgiordania, dove i palestinesi, o meglio le palestinesi, hanno deciso di sfidare l’occupazione anche così.
Dal 1967 sono stati arrestati 750.000 palestinesi, molti con pene molto lunghe. Nel 2013, grazie alle progredite tecniche di fondazione, ma anche alla esplicita “benedizione” dei religiosi, in Cisgiordania ci sono state sei gravidanze. A Gaza però è il primo caso. La madre s’è ben guardata dal fornire dettagli sulla “procedura”. S’è limitata a dire che il viaggio dello “sperma di contrabbando” dalla prigione israeliana a un laboratorio di Gaza, dove era atteso da due specialisti, è durato sei ore.
(haaretz.com)

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