“Non voglio sapere cosa Dio ha in serbo per me; spero solo che ciò avvenga dall’altra parte”. Redouane, 26 anni, è un giovane algerino. E “dall’altra parte” c’è il Sud Europa che continua a far sognare milioni di giovani del Maghreb e dell’Africa sub-sahariana.
“La giovinezza è una materia prima che certo non manca all’Algeria”, commenta Rachid Laireche, inviato speciale ad Algeri per “Libération”: 38 milioni di abitanti hanno meno di 19 anni. Solo che la maggior parte di questi giovani, come Redouane, non ha mai lavorato ed è costretto a vivere coi genitori e i fratelli e le sorelle, senza alcuna prospettiva. Così l’unica chance è il visto.
“Dall’altra parte” però non è proprio come questi giovani immaginano. E per qualcuno il sogno diventa quello di tornare. Abdelaziz, 29 anni, cresciuto a Montréal, preso il diploma, nel 2009 ha fatto le valigie ed è venuto in Algeria, perché è un paese ricco e “senza debiti” (una rarità in Occidente) e quindi se c’è qualche chance di diventare ricchi è più facile che succeda qui. Nonostante alcuni incentivi, la strada per Abdelaziz si sta presentando in salita. Anche il rapporto con i familiari non è così facile: non capiscono. Lui invece resta della sua idea: l’Algeria è un paese in pieno sviluppo e pieno di possibilità. A pensarla così è anche
Madjid, 32 anni, è ad Algeri per sondare, ma vive ancora in Francia, guida l’autobus a Parigi e sogna di investire i suoi pochi risparmi “dall’altra parte”, in Algeria. Il suo progetto è di aprire un’agenzia immobiliare. Il cugino Sofiane (28 anni), lo prende in giro: piuttosto di fare il povero in Francia, preferisci fare il padrone qui. Sofiane invece non sogna altro che di partire. Madjid lo provoca: “Qui non sapete fare altro che lamentarvi”. Sofiane sorride e risponde: “Anche voi in Francia non fate che compatirvi… ma cosa credete? Vieni a star qui, facciamo cambio e vedrai la differenza”.
(liberation.fr)